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Scritto da andrea pedri
Bagni di Lucca
23 Febbraio 2023

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Gli stabilimenti termali, e la loro momentanea ma prolungata chiusura, sono uno dei leitmotiv più pressanti di tutta la politica di Bagni di Lucca da almeno un paio di anni. Per molti aspetti, le critiche e le rimostranze allo stop del comparto termale nel comune bagnaiolo sono più che sacrosante, visto il valore storico e economico che i bagni rappresentano per tutto il territorio.

Gli sforzi per uscire dallo stallo pluriennale erano in cima alla lista dei programmi elettorali di quasi tutte le forze politiche scese in campo nelle ultime elezioni comunali, ma dall’inizio del secondo mandato di Paolo Michelini sembra non essersi mossa foglia in tal senso.

Le terme “Jean Varraud” restano ancora coi sigilli, e nel mentre l’incuria inizia a farla da padrona. Chi se la sentirà mai di investire su strutture sempre più abbandonate e vetuste? Se lo chiede anche la lista d’opposizione Progetto Futuro, che attraverso un’interpellanza (non la prima del resto) chiede nuove delucidazioni sullo stato attuale degli impianti, e degli “sforzi” che la giunta starebbe facendo per invogliare possibili nuovi investitori.

“Reputiamo che Bagni di Lucca abbia bisogno di un’amministrazione più coraggiosa – sentenzia Progetto Futuro – che oltre ai soldi pensi, proponga e realizzi valide idee. Il bando per la concessione doveva già essere pubblicato almeno sei mesi prima della scadenza contrattuale, cioè nell’estate 2018, e le proroghe, per mancanza di iniziativa, studio del settore e coraggio, hanno portato danni ai dipendenti, ai turisti, alla cittadinanza, all’indotto diretto e indiretto, agli stabilimenti e all'immagine.

Nella nota, firmata dai consiglieri di PF Laura Lucchesi, Massimo Betti e Claudio Gemignani, Si fa minuziosamente il punto della situazione, partendo addirittura dalla chiusura della terme avvenuta il 9 gennaio 2020 (quindi prima dell’inizio della pandemia). Tra bandi andati deserti, contenziosi tra comune e vecchi gestori e il “profuso” disinteresse dell’attuale giunta (che secondo PF avrebbe dovuto indire un consiglio comunale appositamente per le terme entro e non oltre novembre 2022), i consiglieri raccontano di una situazione drammatica, che ha portato a licenziamenti perdite e degrado, nono solo agli stabilimenti ma a tutto il comparto economico bagnaiolo.

I privati non devono essere visti come “minacce” o semplici salvadanai da spremere al momento opportuno: Progetto Futuro è lapidaria nel descrivere le attuali “mosse” dell’amministrazione, considerata inadeguata nella gestione della “questione terme” e poco coraggiosa nel momento in cui ci si sarebbe dovuti prendere la responsabilità di scelte anche azzardate, come ad esempio una gestione momentanea degli stabilimenti da parte dello stesso comune.

C’è bisogno di accelerare i tempi burocratici e vedere nuovamente qualcuno disposto a puntare sulle terme: tutte cose improponibili se si resta immobili e non si costituisce nemmeno una commissione consigliare sul problema.

I consiglieri di opposizione ne sono certi: la vocazione turistica di Bagni di Lucca non può essere sepolta da tentennamenti o malagestione. Le terme sono da sempre un fulcro economico e sociale di Bagni di Lucca, ed è assurdo che restino chiuse ora quando nemmeno durante la guerra smisero la propria attività.

“Mai come ora il comune di Bagni di Lucca necessita di un rilancio, vista la forte crisi di ogni settore economico. E il nostro settore più naturale e spontaneo è quello turistico e ricettivo. Occorre anche immediatamente riaprire l’ufficio informazioni, che un paese turistico come il nostro non può assolutamente permettersi di avere chiuso. Sottolineiamo – continuano Lucchesi, Betti e Gemignani – che nemmeno in periodo bellico abbiamo avuto le terme chiuse. A tal proposito, chiediamo: di sapere a che punto sia il contenzioso aperto con l’ex gestore; a che punto sono, e se esistono, eventuali trattative con imprenditori e investitori, e se esiste un impegno continuo per ricercarli e coinvolgerli; se ci sono manifestazioni di interesse e a che punto sia, comunque, la questione terme; se non sia il caso di ricostituire, con almeno un membro indicato da ogni gruppo, e che sia un consigliere, la commissione consiliare terme, per tenere il consiglio informato costantemente su una questione così importante per le sorti del nostro paese”.

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