Si può ancora definire “servizio pubblico” il sistema sanitario nazionale? Dovrebbe rappresentare una delle colonne della repubblica, ma i governi che si sono succeduti negli ultimi trent’anni non sembrano essere stati dello stesso avviso.
Tagli costanti alla spesa per il benessere della popolazione, un personale sempre più anziano e senza un ricambio generazionale adeguato, strutture e servizi che chiudono costantemente e si accentrano attorno alle città.
Potrebbe sembrare la trama di uno scenario distopico, ma è questa la direzione che sembra aver preso la sanità nostrana. Essendo ormai materia regionale, le problematiche del comparto sanitario variano di regione in regione, ma anche in Toscana (che rappresenta una delle “eccellenze” italiane quando si parla di sanità), le criticità si fanno sentire eccome, specialmente nelle zone montane, rurali e meno densamente abitate.
Il comune di Bagni di Lucca, nel suo piccolo, potrebbe essere l’esempio perfetto per descrivere la desertificazione sanitaria in atto su tutto il territorio: con un servizio di guardia medica ormai all’osso, ora anche i medici di base rischiano “l’estinzione”, con ben tre dottori che andranno in pensione entro l’anno e una quarta, l’unica che rimarrebbe, che si è trasferita a Lucca.
La situazione è paradossale, e verrebbe quasi da sorridere se in ballo non ci fosse la salute delle persone.
I cittadini, le associazioni e la politica locale hanno già espresso preoccupazione a riguardo, ma per ora da Asl e regione non sembrano essere arrivate soluzioni definitive.
Tra i vari appelli, anche Forza Italia ha provato a dire la sua, depositando in consiglio regionale un’interpellanza firmata dal capogruppo di FI Toscana Marco Stella e dal coordinatore forzista della Mediavalle Claudio Gemignani.
Le richieste sono sempre le stesse, e non possono che vertere sulla necessità di raggiungere un accordo tra ragione e azienda sanitaria, sventando in tal modo l’ennesimo collasso sanitario di una realtà lontana dai centri città.
“È stata trasferita, per avvicinamento, la dottoressa che da poco tempo, circa un anno, si trovava a Bagni di Lucca e che ha sotto di sé circa 700 pazienti, che col suo spostamento – sottolineano i due esponenti forzisti – si trovano, di fatto, senza medico, o l'hanno seguita nel nuovo ambulatorio a Lucca. Una vicenda che rischia di deteriorarsi ulteriormente in questo anno, per il previsto pensionamento di altri tre medici presenti nel comune. Chiediamo alla regione di intervenire presso l'Asl, affinché ponga rimedio a questa situazione. Non si può accettare, considerato anche il taglio della guardia medica, uno stato delle cose che rischia di svuotare Bagni di Lucca di altri servizi preziosi per il cittadino".