Sembra non ci sia pace per l’ospedale di Castelnuovo di Garfagnana. Dopo le aspre critiche ai lavori – e alla successiva chiusura – dei parcheggi retrostanti, ad oggi, la struttura sanitaria garfagnina deve vedersela con chi vede nelle ultime disposizioni lo smantellamento – o quasi – del reparto di cardiologia.
A farsi sentire con maggior forza – e attraverso un comunicato ufficiale – è stato il gruppo di minoranza del consiglio comunale di Castelnuovo, che denuncia l’ennesimo impoverimento della struttura e la conseguente messa a rischio della salute dei cittadini della valle.
“Questa volta i garfagnini avrebbero tutte le ragioni per essere infuriati davvero, e non per celebrare i 500 anni dell’arrivo di Ludovico Ariosto a Castelnuovo, bensì per l’ennesimo rischio di collasso del nostro ospedale. Infatti, il rischio di chiusura del reparto di cardiologia, scongiurato all’ultimo tuffo esattamente un anno fa, nonostante le promesse di dirigenti ASL e l'ottimismo di politici locali, sta di fatto per verificarsi oggi. Pare infatti che dal 15 luglio prossimo il reparto cardiologico perderà la sua identità. I posti letto della Cardiologia passeranno alla Medicina. Il cardiologo sarà presente solo 12 ore diurne e non il sabato e la domenica. La notte gli unici medici presenti saranno un internista e un medico al Pronto Soccorso, l’anestesia sarà solo reperibile. Dunque, la situazione che si prospetta mette a rischio
l’intera struttura ospedaliera, nonché la salute di tutti. Questi sono i fatti. Le parole della ASL che come sempre tentano di addolcire la pillola parlando di rimodulazione, telemedicina, proximity care e quant’altro non ci bastano. A noi serve un servizio che ci dia tutte le garanzie sanitarie possibili soprattutto in caso di emergenza anche cardiologica, e al momento queste verranno a mancare. Può esistere un Ospedale senza la Cardiologia? Può esistere un Pronto Soccorso senza cardiologo e senza anestesista? La risposta è chiara. Dove sono i sindaci della Valle? Dov’è il sindaco, nonché presidente dell’Unione dei Comuni, Tagliasacchi? E che dire dei
rappresentanti regionali che dovrebbero tutelare la nostra comunità nelle sedi opportune? Ancora una volta assistiamo all’ennesimo tentativo di impoverimento della nostra struttura mentre tutti stanno a guardare. Per cui gente “infuriamoci” davvero e scendiamo in piazza perché non possiamo permetterci di perdere la nostra sanità rimanendo a guardare”.
L’azienda sanitaria ha solamente parlato di rimodulazione dei servizi, ma le continue polemiche tra mondo politico – e sociale – e ASL rischia di trasformarsi in un caso in cui sarà difficile trovare una soluzione.