Chapeau.
Non era facile convincere così tante persone, di lunedì sera, a sfidare il freddo clima novembrino per partecipare ad una serata di discussione politica sulle sfide future, quando in televisione il Portogallo di Cristiano Ronaldo dava spettacolo contro l'Uruguay nei mondiali in Quatar.
Tanto di cappello a Marco Remaschi che ci è riuscito. Come, lo sa solo lui.
Ma forse bastava guardare i risultati delle ultime elezioni per accorgersi che il 'nostro' gode di un certo consenso a queste latitudini: se a Lucca ha toccato il 9,6 per cento, nell'intera provincia si è attestato intorno al 10,4 e, in alcuni comuni della Garfagnana, ha toccato addirittura vette del 15 per cento. Non male per uno che, dopo aver osato sfidare Golia (leggi Andrea Marcucci e Pd), ha vestito i panni del povero Davide nel modesto partito di "Azione" di Carlo Calenda che, a livello nazionale, non è arrivato all'8 per cento.
Remaschi in Garfagnana ha un suo seguito. È innegabile. Altrimenti non si spiegherebbe perché, alla veneranda età di 65 anni, sia ancora lì a proporre un'idea nuova di sviluppo per il territorio con davanti qualcuno che lo stia a sentire. Vuol dire che oltre la fuffa, c'è di più. C’è la sostanza. C'è la capacità amministrativa, prima di tutto, di intercettare le risorse per i cittadini. In una parola: c'è la credibilità di presentarsi di fronte alla gente senza essere deriso o preso a pesci in faccia.
Remaschi, oggi, fiuta un vuoto politico al centro. Un vuoto, che tende forse più a sinistra che a destra. Ma che c'è. È evidente. Non lo chiama "terzo polo" perché non vuole avere nulla a che spartire con Renzi. Preferisce "area di mezzo" (più moderato). Tant’è. Qualcosa di alternativo, insomma, all’estremismo della destra e al masochismo della sinistra a traino-Pd. E auspica, a questo proposito, un coordinamento - o comitato, chiamatelo come volete - che possa nascere spontaneamente in Garfagnana per dar vita a questo ambizioso progetto.
"Non c'è nessuna scadenza elettorale vicina - ha spiegato Remaschi in sala 'Suffredini' a Castelnuovo -, non sono in cerca di voti o di tessere per il partito. Mi sono candidato il 25 settembre con la piena consapevolezza di non potercela fare. Allora perché mi sono presentato? No, non sono matto. È che la passione per la politica brucia in me. E stasera sono qui per ringraziare tutte le singole persone che mi hanno dato fiducia".
Ma è logico che dietro questo incontro c'erano anche ragioni più profonde che riguardano il futuro: "Lo dico da amministratore - ha confessato Remaschi -: usciamo da queste elezioni più deboli. Non abbiamo più due parlamentari della Valle a rappresentarci, né due consiglieri (o, meglio ancora, un assessore e un consigliere assieme) regionali sul territorio. Non c'è più quella filiera che ci permetteva di attrarre risorse. Alle prossime elezioni rischiamo di non avere più rappresentatività".
Remaschi è stato chiaro: "Non è bravo il sindaco coerente con l'idea del partito, ma quello che trova finanziamenti e rispetta le promesse elettorali fatte ai cittadini. L'idea dell'"area di mezzo" è perché si torni a ragionare di competenze piuttosto che di fedeltà delle persone. Ci vuole però un sostegno alla base. Ci vogliono persone che amino la Garfagnana, al di là delle appartenenze politiche. Dobbiamo tornare a pensare la politica come spirito di servizio. La spinta deve partire dal basso".
L'appuntamento fissato, per tessere le fila di questo teorico comitato, è per metà gennaio. Di mezzo ci saranno le feste ed è giusto non rovinarsi la digestione del panettone con la politica. Poi però bisognerà ritrovarsi e decidere sul serio, perché il futuro non aspetta le abbuffate di Natale.