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Scritto da andrea cosimini
L'evento
31 Luglio 2022

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Il cantante e paroliere Gennaro Cosmo Parlato festeggerà domenica 7 agosto i 20 anni di carriera al Bagno Biondetti/Viennaluce di Marina di Pietrasanta, ospite di Giacomo Menici, con un concerto speciale, organizzato da Franca Dini Eventi, nel luogo dove tutto è nato.

Gennaro Cosmo Parlato, 20 anni di carriera: con che spirito li festeggia?

"Con lo spirito di sempre: poca voglia di salire sul palco fino all'ultimo minuto, poi, quando ci sono sopra, poca voglia di lasciarlo".

Com'è cambiato il mondo della musica?

"Non credo sia cambiato il mondo della musica, ma il mondo in generale. Per quanto mi riguarda, è sempre la solita storia: quattro o cinque cose da salvare e tutto il resto da cestinare. Come al solito, naturalmente".

Cos'è che manca a suo avviso?

"Forse manca qualche colpo di genio da parte di alcuni direttori artistici. Sicuramente, tra autori, performer, cantanti e interpreti di arti varie ci saranno delle cose valide: ma, se ci sono, io non me ne sono neanche accorto..."

Vent'anni di carriera sono tanti, soprattutto oggi, con il mondo che galoppa ad una velocità frenetica. Ha mai pensato di mollare la musica e di dedicarsi ad altro?

"In realtà, no. Anche perché io non sono uno stakanovista o uno che si inflaziona di anno in anno. È una scelta, non mi sono mai lamentato di non lavorare o di non essere chiamato dagli altri. Io ritorno quando ne sento la necessità e quando ne sente bisogno il mio conto corrente..."

Qual è stato il momento più esaltante della sua carriera e che ricorda con maggior piacere?

"Purtroppo, sono uno che si esalta poco. Anzi, quasi mai. Mi emoziono, piuttosto. E, questa, è una mia peculiarità".

Il momento più emozionante allora...

"A dire il vero, sempre. Anche perché, nel mio percorso - a meno che non capitasse una collaborazione casuale (e sono state pochissime) - non ho mai fatto incontri con artisti che non fossero, in qualche modo, voluti. Forse, uno dei momenti più coinvolgenti e d'impatto è stato quello con Milva, che sicuramente - per stile e discendenza artistica - sento a me più affine".

In vent'anni ne avrà viste di ogni genere: un particolare aneddoto, legato alla sua professione, che le va di raccontarci?

"Sono tantissimi gli aneddoti. Sinceramente, non saprei quale scegliere. Probabilmente, la quantità di episodi più divertenti l'ho vissuta con Patty Pravo, perché - oltre ad essere una leggenda della musica - è anche una donna di una ironia e di una comicità involontaria di grandezza assoluta. Ricordo, in particolare, una data che avevo al 'Festival Puccini' in cui lei era mia ospite: mi ero dato un gran daffare per dimagrire un po' vista l'importante occasione. Patty arrivò, mi abbracciò, mi baciò e - con il suo consueto accento - mi disse: "Amore, sei dimagrito". Io, molto eccitato da questo complimento, risposi lusingato: "Visto come sto bene?" E lei replicò: "Tesoro, non ho detto che stai bene. Ho detto solo che sei dimagrito". Non me la presi, ovviamente, mi feci una grande risata e mi dissi: "Vabbè, è la numero uno" (ride).

Com'è nata in lei la passione per la musica? Si ricorda il preciso momento in cui ha deciso di voler fare questo nella vita?

"Più o meno sì. È successo a Napoli, all'età di circa sette anni. Anche se già mi ero trasferito in Toscana, ogni tanto andavo giù. Mio zio aveva uno studio di registrazione molto importante, in centro, dove passavano tantissimi artisti: da Pino Daniele a Mario Merola, fino a Tullio de Piscopo. Un giorno qualcosa scattò in me sentendo suonare le percussioni a Tony Esposito. Sentii il sangue pulsarmi nelle vene con la ritmica. Mi affascinò talmente tanto - non solo la bravura tecnica - ma anche la voglia di offrire un determinato suono al proprio pubblico. La sua era, ovviamente, un'attitudine alla ricerca che, poi, lo ha accompagnato per tutta la vita".

Lei si definisce 'l'ultima soubrette'. Ci vuole spiegare meglio?

"Fu, in verità, la trovata dell'ufficio stampa di allora in occasione dell'uscita del mio album Soubrette (2009, Carosello Records): essendo io un artista che quasi mai si prende sul serio (pur facendo le cose in modo serio), doveva essere un po' una presa in giro di molte star della televisione di allora che - alla domanda: "che fai?" - rispondevano, appunto, "la soubrette". Ora, io sono un 'vintage' vivente, quindi il paragone con la Carrà, le Kessler o Lola Falana mi risultava impietoso. Era, insomma, un modo irriverente per dire: "si fa presto a definirsi soubrette, ma non tutti siamo Loretta Goggi..."

Guarda la tv generalista? Cosa salva e cosa boccia?

"Sì, ogni tanto la guardo. Se lei, nello specifico, si riferisce agli spettacoli televisivi, allora, le dico che salvo più che altro il mio voler per forza 'sopravvalutare' ciò che sto guardando. Mi spiego meglio: immagino sempre che, dietro una trasmissione, ci sia un professionista - presentatore o creatore - che abbia comunque un messaggio da lanciare; quindi tendo a giustificare. Ora, devo dire che, negli ultimi anni, faccio fatica anche io a dare giustificazioni perché, spesso, ciò che vedo è imbarazzante..."

Ci faccia un nome che salva

"Maria De Filippi. Mi piace proprio lei, più che i concorrenti dei suoi programmi. Io sono un suo fan. Ritengo che lei possa anche star da sola all'interno di una trasmissione: un monologo, chessò. Io le produrrei uno spettacolo..."

Cosa ne pensa di Sanremo? Abbiamo letto alcuni commenti critici ed ironici sui suoi social...

"Sanremo? Lo adoro! L'ho sempre vissuto come un grande evento, ma - con tutto il rispetto per le shampiste e le commesse - mi piace lasciarmi andare al pettegolezzo un po' da 'casco e bigodini'".

Lei ha fatto anche un dopo-festival con Piero Chiambetti...

"Certo, ma non è la stessa cosa. Non ti diverti ugualmente. Mi ricordo che quella settimana non dormii neanche un minuto. Lavorai come un mulo. Fu comunque una bella esperienza perché fu proprio lì che feci amicizia con Milva..."

Di recente, in occasione di un gala in piazza Santa Croce a Firenze, si è presentato cantando "Viva Sant'Eusebio" (dal film "Per grazia ricevuta" di Nino Manfredi) portato in spalla da quattro giovanotti come un santo. Non ha avuto paura che la curia la scomunicasse?

"Anche se fosse successo ciò - e, le assicuro, non è successo - sarei stato pronto a rispondere e a dare una spiegazione plausibile".


Quanto c'è di genuino e di provocatorio in quello che fa?

"Non ci sono né l'uno né l'altro. La provocazione fine a se stessa è ridicola, non mi interessa. Faccio talmente poche uscite che, ogni volta, rifletto un sacco su come ripresentarmi sul palco: devo prima studiare e provare tantissimo per fare in modo che tutto risulti molto casuale. Per questo mi prendo grandi pause".

Sempre sui social, spesso si diverte a commentare i nuovi cantanti della scena. C'è qualcuno che le piace particolarmente e qualcun altro che proprio non digerisce?

"Sicuramente avrò commentato qualche artista, ma l'ho sempre fatto nella fretta di aver assistito ad un'esibizione o al lancio di un brano che, magari, non mi è piaciuto; ma un secondo dopo io me ne sono già dimenticato. In realtà, a me, questi nuovi artisti - Maneskin, Achille Lauro etc. etc. - piacciono tutti. Ma sa perché? Perché non me li ricordo..."

È vero che Il Volo l'ha omaggiata ricantando una sua canzone?

"Sì, è vero. È successo nel loro tour americano del 2012. Io avevo fatto un album, che si intitolava 
Terra mia, all'interno del quale c'erano dei duetti, e l'unico inedito di chiamava, appunto, Magnificat. I tre ragazzi hanno voluto eseguirlo dal vivo più volte. Mi ha fatto piacere, ovviamente. Sono rimasto sorpreso, ma, sentendoli cantare, nemmeno più di tanto. Questa esperienza mi ha fatto capire che l'avere una grande versatilità nella scrittura e nelle collaborazioni era più un vantaggio per me. Alla fine, io sono un po' come una barbie: dove la metti, sta".

Quanto importante è stato per lei l'album "Terra mia"?

"Molto importante, perché, innanzitutto, è un album che dedico alla mia città natale, Napoli; poi perché venivo dal successo inaspettato del film Passione di John Tunturro, dove io ero protagonista insieme all'eccellenza della cultura napoletana. Mi sono quindi sentito in dovere di restituire. Calcoli che io ho eseguito Maruzzella (la canzone interpretata per la pellicola, ndr) preoccupandomi molto perché cantare dei classici napoletani 'rivisitati', come faccio io, è insidioso e, spesso, pericoloso. Per cantare un brano storico napoletano, insomma, bisogna stare molto attenti. Ci vuole fegato. Io sono stato in grado di farlo con un supporto di amici che, non solo duettassero con me, ma che credessero fermamente in questo discorso: da Giusy Ferreri, a Bastelle fino a, forse, l'ultima leggenda napoletana che è Angela Luce. A tal proposito, trovo alquanto scandaloso che, ad esempio, in Giappone ci siano università che studiano le melodie partenopee e in Italia si sente ben poco della unica, vera e magnifica melodia napoletana..."

Cosa fa oggi Gennaro Cosmo Parlato?

"A parte cercare di scrivere e performare ancora qualcosa, in realtà, faccio una vita abbastanza riservata, in famiglia. Compatibilmente con disastri e drammi mondiali - ahimè -, cerco più che altro di divertirmi con chiunque mi capiti a tiro: dalla mia compagna ai miei amici. Io sono un po' come le streghe di Eastwick che, quando - nella scena in cui cadono dalla balaustra - stanno per schiantarsi al suolo, per salvarsi, loro cominciano a ridere galleggiando nell'aria. Ecco, quella scena mi rappresenta in pieno".

Quali sono i progetti in cantiere per il prossimo futuro?

"Ho accettato pochi giorni fa una proposta, come al solito inusuale: un debutto alla regia che richiederà un lavoro mastodontico in teatro - più o meno sette mesi di lavorazione - con una particolarità: ovvero, i protagonisti di questo musical non saranno attori o cantanti professionisti, ma personaggi comunque famosi, che non hanno però niente a che vedere con il mio lavoro. Sarà quindi un rischio ed un pericolo, ma se non son sfide non le voglio".

E per quanto riguarda la musica?

"Credo che omaggerò Caparezza, con cui ho collaborato nel 2007, portando 
La mia parte intollerante al primo posto in classifica, e poi mi dedicherò ad un nuovo spettacolo tutto mio".

Cosa dobbiamo aspettarci dal concerto del 7 agosto al bagno Biondetti-Viennaluce?

"Il 7 agosto festeggeremo insieme 20 anni di carriera e di amicizia, perché il personaggio Gennaro Cosmo Parlato è stato inventato proprio lì il 7 agosto del 2002 con l'aiuto di quattro amici che mi hanno dato sempre molti stimoli e spunti per far diventare questa maschera sempre più interessante. Mi sembrava doveroso festeggiare lì, per riconoscenza, ma anche per una sorta di scaramanzia. Ovviamente, quando si parla di me e del Viennaluce, l'unica cosa che bisogna aspettarsi è una: l'inaspettato. Insomma, ci sarà da divertirsi. Ma molto..."

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