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Scritto da Redazione
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19 Maggio 2023

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L’arte popolare e, in essa, la pittura di genere, è stata una più proficue fonti creative per gli artisti italiani dal ‘500 in poi. I capolavori d’arte popolare sono effettivamente numerosi, tanto da rendere molto difficile individuare quelli che sono i più emblematici.

Proviamo a riassumere quali sono gli artisti più celebri e quali sono le opere che ci hanno lasciato in eredità.

Cos’è la pittura di genere

Con il termine pittura di genere si suole intendere una rappresentazione pittorica che ha per soggetto scene ed eventi della vita quotidiana: dai mercati agli interni delle abitazioni, sono numerosi gli aspetti che questo genere pittorico può raffigurare. A lungo considerato un genere minore rispetto alla pittura storico-religiosa o alla ritrattistica, in realtà il genere ebbe tra i suoi rappresentanti degli artisti di portata globale, da Vincenzo Campi a Bartolomeo Passerotti, da Annibale Carracci a Pietro Longhi, da Antonio Rotta a Vincenzo Petrocelli.

La pittura di genere fu particolarmente prolifica anche in altre parti d’Europa, come l’Olanda. È qui che, ad esempio, il pittore Jan Sanders van Hemessen dipinse innovative scene di genere. Fecero strada anche Joachim Patinir, così come Pieter Aertsen o Pieter Brueghel Il Vecchio, che rappresentò come soggetto di molti dei suoi dipinti i contadini e il loro lavoro, spesso in modo molto naturale.

La Fruttivendola di Vincenzo Campi

Occupandoci dei soli artisti italiani, cominciamo da Vincenzo Campi, pittore del ‘500 che, nella sua carriera pittorica ambivalente, ebbe modo di realizzare delle famose opere d’arte popolare. Tra di esse, una delle più citate è La Fruttivendola, un dipinto a olio su tela del 1580, oggi conservato presso la Pinacoteca di Brera, a Milano. È il dipinto più noto della serie che comprende anche La Pollivendola, La Cucina e La Pescivendola.

I bari di Caravaggio

È di qualche anno dopo l’ancor più celebre I bari, di Caravaggio, probabilmente una delle opere più antiche a tema di giochi di carte. Dipinto di olio su tela, raffigura tre personaggi, due dei quali sono intenti a giocare una mano di un gioco di carte. Il terzo personaggio si trova invece alle spalle di un giocatore, spiandolo e favorendo l’altro che si trova di fronte a lui.

Il Mangiafagioli di Annibale Carracci

Tra gli altri dipinti di genere molto noti in ambito internazionale non possiamo che citare anche Il Mangiafagioli, del bolognese Annibale Carraci. Custodito nella galleria di Piazza Colonna a Roma, il dipinto risale al 1679 e, come altri dipinti di tema feriale di Carracci, mostra delle affinità con altri maestri dello stesso campo, apportando però alcune innovazioni profonde.

Per esempio, sebbene il soggetto del Mangiafagioli sia un contadino che mangia un pasto umile, ma contrariamente alle opere di altri artisti di cui Carracci è ideale prosecuzione stilistica, mancano deformazioni grottesche. Particolare è anche l’espressione del protagonista del quadro: il Mangiafagioli sembra infatti sorpreso della presenza dell’osservatore, tanto da bloccare il gesto di portarsi il cucchiaio alla bocca.

Pastorello in piedi di Pietro Longhi

Risale al 1740 il Pastorello in piedi di Pietro Longhi, uno dei più celebri dipinti dell’artista, eseguito con la tecnica dell’olio su tela. L’opera è un dipinto giovanile del pittore che, nella prima fase della sua carriera, si dedicò alla rappresentazione di persone umili come, appunto, il pastore fanciullo che ha scelto di ritrarre in questa opera oggi esposta al Museo del Seminario di Rovigo.

L’ortolanella di Antonio Rotta

Risale invece al 1884 il dipinto L’ortolanella di Antonio Rotta, pittore italiano di genere vissuto nella seconda metà dell’800. Il quadro ritrae una bambina intenta a mangiare un acino d’uva mentre guarda il suo osservatore.

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