La squadra del momento, in Italia ed in Europa, è sicuramente il Napoli di Spalletti, capolista indiscussa in Serie A e lanciatissima verso il suo terzo scudetto e verso obiettivi ambiziosi in Champions League. Batte forte il cuore di una Napoli straboccante di passione e amore per la propria squadra, ma non solo a Napoli, perché i tifosi e simpatizzanti degli azzurri sono sparsi in tutta la penisola.
La passione per il “ciuccio” è arrivata anche in Garfagnana e il merito non è soltanto, come è facile immaginare, del capitano Giovanni Di Lorenzo, vero e proprio orgoglio di Ghivizzano e di tutta la Valle del Serchio, campione del mondo con la nazionale e titolare indiscusso della propria squadra. C’è chi tifa Napoli fin da bambino, pur essendo nato e cresciuto a Castelnuovo di Garfagnana e, di tanto in tanto, si sciroppa 1200 km in auto, tra andata e ritorno, per seguire i propri beniamini. E’ Daniele Compagnone, un nome che non ha bisogno di presentazioni nell’ambiente calcistico della Garfagnana e non soltanto.
“La mia passione per il Napoli – ci spiega Daniele – è nata spontaneamente quando ho iniziato a seguire il calcio perché mio padre è napoletano. Proprio negli anni in cui ero bambino e iniziavo il mio percorso come calciatore nella scuola calcio del Castelnuovo, a Napoli arrivava il più grande calciatore del mondo, Diego Armando Maradona e di lì a poco vinse due scudetti. Anni fantastici ma personalmente ho tifato Napoli sempre, anche negli anni del fallimento, della Serie C”.
Compagnone, come detto, è un nome noto nel calcio locale: dalla scuola calcio fino alla prima squadra con la maglia del Castelnuovo, poi tante squadre da protagonista e da bomber in giro per la Toscana, quindi il finale di carriera sempre nel Castelnuovo e poi una lunga e proficua carriera come allenatore. In pochi possono vantare un ruolino come il suo nella società gialloblu: due campionati vinti da calciatore, uno come calciatore del settore giovanile e un altro come allenatore del settore giovanile, regalando al Castelnuovo la categoria regionale negli Allievi.
Daniele è anche un grande appassionato di tutti gli sport in generale e spesso si lascia trasportare dalla propria passione, che lo porta a scontrarsi, amichevolmente, con gli amici di opposte vedute.
Segui il Napoli anche dal vivo? “Ogni tanto sì, soprattutto quando è in trasferta nelle vicinanze, ma quest’anno sono stato al “Maradona” sia per la Champions che per il campionato, sempre insieme all’amico Gabriele Zuddas, altro “malato” di Napoli della zona. Nell’ultima occasione ho avuto il piacere e l’onore di conoscere il grande Di Lorenzo”.
Che impressione ti ha fatto? “Credo che sia un grande onore per tutta la Valle del Serchio che un ragazzo cresciuto nei nostri settori giovanili, dopo una bella gavetta, sia arrivato a vincere un Europeo e ad essere capitano del Napoli. Un esempio anche come persona, perché Giovanni è un ragazzo umile, educato, gentile, proprio uno di noi”.