Lucca, sms-trappola fingeva di essere della banca: 73enne truffato, salvati in extremis 5mila euro

Occhio a telefonate e messaggi sospetti - lagazzettadelserchio.it - Fonte: www.finanzarapisarda.com
Un raggiro decisamente sofisticato, i cui protagonisti sono stati tutti quanti denunciati per reato di truffa in concorso.
Un ingegnoso raggiro informatico ha colpito un 73enne di Lucca, vittima di una sofisticata truffa via SMS orchestrata da un gruppo criminale con base nel napoletano.
A finire nel mirino dei Carabinieri quattro persone – un 49enne, una 46enne, un 21enne e una 56enne residente a Volla – tutte con precedenti di polizia e ora denunciate in stato di libertà per truffa aggravata in concorso. I fatti risalgono a marzo, quando la vittima ha ricevuto un messaggio apparentemente proveniente dalla sua banca, in cui si segnalava l’autorizzazione sospetta di un bonifico.
Il messaggio includeva anche un numero da contattare “in caso di operazione non autorizzata”. L’uomo, spaventato, ha telefonato subito e si è ritrovato a parlare con un falso operatore che, millantando un attacco hacker, lo ha convinto a bonificare 5.000 euro verso un conto sicuro e a inviare via WhatsApp gli screenshot del proprio saldo.
Il raggiro è poi proseguito con un prelievo in contanti e sei ricariche postepay per un totale di circa 10.000 euro.
Raggirata anche la moglie
Il giorno successivo, anche la moglie 70enne è stata coinvolta: contattata da un sedicente maresciallo dei Carabinieri, è stata indotta a eseguire due bonifici istantanei da 22.500 euro l’uno a favore di un presunto “consulente antifrode”.
Fortunatamente, i due coniugi si sono insospettiti prima che l’intera truffa andasse a segno. Rivoltisi ai Carabinieri della Stazione di Lucca, è stato possibile bloccare il primo bonifico da 5.000 euro e, grazie alle indagini successive, rintracciare gli autori del raggiro e congelare ulteriori 7.500 euro su uno dei conti utilizzati.

Cosa rischiano i truffatori
Oltre al danno patrimoniale e all’odioso sfruttamento della fragilità psicologica delle vittime, va sottolineato che i responsabili rischiano pene severe: la truffa aggravata, se commessa ai danni di persone vulnerabili o con mezzi fraudolenti telematici, può portare fino a 5 anni di reclusione, oltre a rilevanti sanzioni pecuniarie.
E la casistica di questi reati è ormai sotto l’attenzione costante della magistratura e delle forze dell’ordine, che stanno affinando strumenti investigativi sempre più mirati per contrastare il cybercrime e tutelare le vittime.