Siena, un capolavoro del primo Quattrocento torna alla luce: il Crocifisso di Alberto di Betto

Panorama di Siena

Siena, panorama - lagazzettadelserchio.it - Fonte: StockAdobe

Ritrovata alla Certosa di Maggiano, la preziosa opera è in esposizione presso il Museo Diocesano di Siena, nell’Oratorio di San Bernardino.

Nell’Oratorio di San Bernardino, sede del Museo Diocesano di Siena, è ora visibile al pubblico un’opera che rappresenta un tassello prezioso della scultura lignea del primo Quattrocento: il grande Crocifisso attribuito ad Alberto di Betto d’Assisi.

Proveniente dalla Certosa di San Niccolò a Maggiano, l’opera è stata riconosciuta come autografa dallo storico dell’arte Alessandro Bagnoli, che ha promosso il reatauro e la musealizzazione.

La scultura, imponente e al tempo stesso vibrante nella resa del corpo martoriato, documenta un momento di passaggio fondamentale della plastica europea: la tensione tra il naturalismo tardogotico e la nuova sensibilità rinascimentale. Nei primi decenni del Quattrocento, infatti, l’arte figurativa si muoveva tra due poli: da un lato la tradizione gotica, attenta al dettaglio elegante e all’intensità espressiva; dall’altro la progressiva conquista di uno spazio più realistico e proporzionato, che a Firenze trovava il suo campione in Donatello.

In questo contesto, l’opera di Alberto di Betto si pone come testimone di un linguaggio che unisce drammaticità emotiva e rigore costruttivo.

Il restauro dell’opera

Il restauro, curato da Luca Bellaccini e finanziato con i fondi 8×1000 della CEI, ha permesso di restituire integrità e leggibilità all’opera, che ora è correttamente valorizzata grazie alla collaborazione dell’Opera della Metropolitana di Siena e al supporto tecnico del NucleoArt della Misericordia senese.

Il progetto è stato coordinato da don Enrico Grassini, con la consulenza degli storici dell’arte Federico Nassi e Riccardo Cacopardo. La presenza al Museo Diocesano di due opere attribuite ad Alberto di Betto cosente oggi di delineare con maggiore chiarezza il profilo di un artista spesso avvolto dell’ombra della documentazione.

Particolare di un crocifisso ligneo
Un crocifisso ligneo – lagazzettadelserchio.it – Fonte: StockAdobe

Alberto di Betto d’Assisi

È noto, come ricorda Bagnoli, che egli lavorò in importanti cantieri internazionali: nel 1414 è registrato a Milano, presso il Duomo, e nel 1419 compare a Barcellona.

Probabilmente soggiornò a Siena per alcuni anni, lasciando segni concreti di una ricerca che sapeva intrecciare esperienze diverse e portare in città echi della grande scultura europea. Il ritorno alla luce del Crocifisso non è soltanto un fatto di cronaca artistica: è la restituzione a Siena di un frammento della sua identità culturale, ora finalmente consegnato allo sguardo di tutti.