Parrucchiere irregolare in Toscana: questo il Comune che ha ordinato la chiusura coatta dell’attività

Taglio di capelli dal parrucchiere - lagazzettadelserchio.it - Fonte_ StockAdobe
Dopo due controlli dei Carabinieri del Nas, è stato ordinato all’esercente di chiudere immediatamente l’attività.
C’era un salone di bellezza che attirava clienti come tanti altri: specchi lucidi, poltrone accoglienti, phon sempre accesi. Eppure, dietro la vetrina anonima di un centro cittadino toscano, si nascondeva un’irregolarità tanto banale quanto rischiosa: chi impugnava forbici e sazzole non aveva alcun titolo per farlo.
La vicenda inizia a metà del 2024, quando un nuovo negozio di parrucchiere apre i battenti. Tutto sembra in ordine, ma i sospetti arrivano nel giugno 2025.
I Carabinieri del Nas e del Nil, in un controllo di routine, scoprono un dettaglio che incrina l’apparenza: l’acconciatore all’opera è privo dell’abilitazione professionale necessaria. Nessun responsabile tecnico, nessun collega con i requisiti: soltanto un improvvisato barbiere al lavoro come se nulla fosse.
Scatta così la prima contestazione. Una multa da almeno 2.500 euro colpisce il titolare, insieme all’ingiunzione di regolarizzare la posizione entro dieci giorni. L’avvertimento, recapitato via PEC il 10 luglio, appare chiaro: nominare un responsabile tecnico e garantire la sua presenza durante l’orario di apertura, oppure affrontare la chiusura forzata.
Agosto 2025: il secondo controllo
Ma l’avvertimento cade nel vuoto. A fine agosto, un nuovo sopralluogo dei Carabinieri rivela la stessa scena: il salone è aperto, le forbici lavorano, ma l’acconciatore non possiede ancora i requisiti previsti dalla legge.
A quel punto non resta spazio per ulteriori proroghe. L’ufficio comunale competente ordina il divieto di prosecuzione dell’attività e diffida formalmente l’impresa. L’atto è categorico: in caso di ulteriore inosservanza scatta infatti la “chiusura coatta mediante l’apposizione di sigilli”. Solo allora il sipario cala definitivamente.

Quale è il Comune protagonista della vicenda?
Ecco finalmente svelato il luogo dei fatti: non un piccolo borgo sperduto, ma il cuore della costa tirrenica. È infatti il Comune di Livorno ad aver emesso l’ordinanza che ha imposto lo stop immediato al salone, mettendo fine a una vicenda che, a prima vista, poteva sembrare una storia qualsiasi di forbici e shampoo.
Dietro quella vetrina si nascondeva invece un caso emblematico di lavoro irregolare, portato alla luce da controlli serrati e dalla determinazione di chi ha il compito di garantire la legalità.