Dussmann sotto accusa: i lavoratori dei musei fiorentini tornano a far sentire la propria voce

Uffizi e Corridoio Vasariano: panorama

Firenze, Uffizi e Corridoio Vasariano - lagazzettadelserchio.it - Fonte: StockAdobe

Prevista a breve una nuova agitazione dei lavoratori della società appaltatrice, per rivendicare maggiori diritti e salari più dignitosi.

Davanti agli Uffizi, domenica 7 settembre, torneranno a radunarsi i lavoratori dei beni culturali fiorentini. Non una data qualsiasi: è il giorno di ingresso gratuito nei musei statali, quando la città vive di lunghe code, sale affollate e turni massacranti.

Proprio lì, tra i turisti e i capolavori, si farà sentire una voce che non chiede privilegi, ma diritti. La vertenza con Dussmann, colosso a cui è affidato il servizio tramite subappalto, si trascina da mesi.

Dopo la mobilitazione del 19 luglio e l’interrogazione parlamentare presentata dal deputato Arturo Scotto (PD), nulla è cambiato. Stessi orari ridotti, stessi straordinari non riconosciuti, stessa incertezza sui contratti. Un immobilismo che i lavoratori definiscono “silenzio assordante“.

Le richieste, d’altra parte, sono elementari: il rispetto della sentenza della Cassazione che sancisce la maggiorazione per il lavoro domenicale; il pagamento degli straordinari; la garanzia delle ore contrattuali. E, soprattutto, il riconoscimento del contratto collettivo Federculture, già applicato in altri musei italiani e ritenuto più adeguato a chi lavora tra collezioni, archivi e sale espositive.

Chiarimenti richiesti anche da Consip

Consip, la centrale acquisti dello Stato, avrebbe già chiesto chiarimenti all’azienda. Ma da Dussmann, spiegano i lavoratori, non è arrivata alcuna risposta. Da qui la scelta di chiamarla a esporsi in piazza: non dietro le scrivanie, ma davanti ai cittadini e ai media.

La vicenda non riguarda solo Firenze. Qui, certo, il paradosso è evidente: la capitale mondiale dell’arte affidata a contratti precari e a tutele intermittenti. Ma la frammentazione del lavoro culturale attraversa l’Italia intera, tra appalti, subappalti e cooperative che riducono i professionisti a manodopera invisibile.

Uffizi e Palazzo Vecchio
Uffizi: vista su Palazzo Vecchio – lagazzettadelserchio.it – Fonte: StockAdobe

Appuntamento il prossimo 7 settembre

Il presidio del 7 settembre sarà dunque più di una protesta locale. È un messaggio politico: la valorizzazione del patrimonio non può camminare sulle spalle piegate di chi lavora nei musei.

Se Firenze è un simbolo, è perché mostra in modo lampante il divario tra la ricchezza esposta nelle sale e la povertà di chi ne garantisce l’apertura quotidiana. Una contraddizione che, prima o poi, qualcuno dovrà avere il coraggio di scogliere.