La famosa canzone di Francesco De Gregori ha offerto lo spunto per il titolo dell’articolo nel quale il generale in questione non è uno qualunque, ma quello in questo momento più discusso in Italia: Roberto Vannacci. Per collina possiamo invece intendere la formazione montuosa che, se vista dalla città di Lucca, separa la valle del Serchio dalla stessa. Una valle che ha un suo giornale on-line come la “Gazzetta del Serchio” del quale sono onorato di far parte. Gazzetta che non poteva rimanere indifferente a quanto si sta, per l’ennesima volta, costruendo intorno alla figura del generale Vannacci e alle sue ultime dichiarazioni. Generale dell’esercito italiano che ha deciso di candidarsi come indipendente nelle file della Lega alle ultime elezioni europee. Stiamo veramente assistendo ad una sceneggiata, messa in piedi da un mainstream privo di correttezza giornalistica e onestà intellettuale. Una notte “crucca ed assassina” come cantava De Gregori nel suo celebre brano. Crucca perché parla una lingua che non è la nostra, quella di un giornalismo corretto fatto di trasposizioni esatte di quelle che sono le dichiarazioni di un’intervista e non di pezzi della stessa presi qua è là con il preciso intento di dare un diverso significato ai concetti che si volevano esprimere. La notte dell’informazione insomma che diventa anche assassina perché uccide la “verità giornalistica”, linfa vitale che deve sempre scorrere nel flusso dell’informazione in un mondo fatto di fake news e di social dove tutto può essere detto e scritto e tutti possono dire tutto quello che vogliono, senza possibilità di riprova e senza appello...