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Scritto da andrea cosimini
Castelnuovo
10 Febbraio 2024

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Andrebbero citati tutti, uno per uno. Quelli di oggi e quelli di ieri. Il rischio, però, è sempre quello di fare un lungo e tedioso elenco di nomi che, alla fine, distrae dal senso vero per cui tutti questi volontari dedicano il proprio prezioso tempo a soccorrere chi si trova in difficoltà nei luoghi più impervi del territorio: l'amore per la montagna, certo, ma c'è di più; c'è il sentimento nobile di aiutare il prossimo perché il 'prossimo', un giorno, potremmo essere noi.

Ripercorrere la storia del S.A.S.T. - acronimo di Soccorso Alpino e Speleologico Toscano - significa immergersi in un mondo, pardon, un universo fatto di valori altissimi quali l'altruismo, il rispetto e il sacrificio. Ma significa anche inoltrarsi in un concentrato di umanità che quasi sfocia nell'eroismo. Un ricco campionario umano che eleva il sacrale spirito di abnegazione a vette irraggiungibili di disinteressato impegno. 

La sala gremita del Centro Formazione del Sast, in località Orto Murato a Castelnuovo di Garfagnana, è stata il giusto riconoscimento alla biografia di questo corpo. L'occasione - la presentazione del libro "65 anni di interventi in montagna 1957-2022" - era solo un pretesto per celebrare l'attività quotidiana che, oramai da una settantina d'anni, anima il soccorso alpino. Un'attività continua, incessante e, per questo motivo, profondamente a rischio di passare per 'scontata' quando scontata non lo è affatto. Tutt'altro. 

Lo sanno bene le istituzioni - dalla Regione Toscana alle due Unioni dei Comuni (quella della Garfagnana e quella della Mediavalle del Serchio) - che stamattina per voce, rispettivamente, del consigliere regionale Mario Puppa e dei due presidenti Andrea Tagliasacchi e Paolo Michelini, hanno voluto manifestare il proprio ringraziamento al Sast, sostenendolo nella loro preziosa attività per il territorio; lo sa bene la Fondazione Cassa di Risparmio di Lucca che, tramite il presidente Marcello Bertocchini, ha ribadito l'importanza del soccorso alpino in un territorio - senza dubbio bello, ma pericoloso - come il nostro; lo sanno bene infine gli amministratori locali della Garfagnana che, con la loro presenza, hanno testimoniato il proprio debito di riconoscenza ai volontari.

Alla presentazione del libro erano presenti, per il Sast, il presidente regionale Stefano Rinaldelli, il capo stazione di Lucca Marco Bertoncini e Roberto Storai. Avvalendosi degli interventi di alcuni degli autori del libro - Marcello Pesi (curatore della prima parte) e Marileno Dianda (della seconda) - i tre hanno descritto il corpus del volume che vanta la prefazione di Angelo Nerli e i contributi dei diversi soccorritori alpini. 

Significativi sono stati gli apporti dati dal dottor Alessandro Bianchini, che ha parlato della figura di Bruno Giovannetti, di Giulio Godi, presidente del C.A.I. (Club Alpino Italiano) di Lucca, e - davvero sentiti ed emozionanti - quelli dei familiari di Romano Pellegrinetti (primo capo stazione del C.A.I. di Castelnuovo di Garfagnana) e di Roberto Nobili (al quale oggi è intitolata la sezione del C.A.I. del capoluogo): due indimenticate - ed indimenticabili - personalità che hanno contribuito a fare la storia del volontariato alpinistico.

Tra gli interventi degni di nota, si segnalano anche quello di: Francesco Angelini, sindaco di Pieve Fosciana, che ha rievocato la storia del C.A.V. (Corpo Antincendio Volontario di Pieve Fosciana) e del centro di coordinamento in loc. Orto Murato; Raffaella Mariani, sindaco di San Romano in Garfagnana, che ha rimarcato la tempra morale dei volontari del soccorso alpino; e infine Graziano Tardelli, vice-sindaco di Molazzana, che ha sottolineato il fondamentale lavoro di presidio del corpo. 

Una storia, quella Sast, che parla al cuore di chi ancora crede in un futuro di speranza. 

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