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Scritto da Redazione
Garfagnana
03 Maggio 2024

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Dopo il “From 0 to 0 - Pania della Croce” Andrea Lanfri vola a Parigi con l’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) per il primo
incontro di alto livello per sconfiggere la meningite.

UN APPUNTAMENTO IMPERDIBILE, DALL'EVEREST AL TETTO D'AFRICA!

Il viaggio è più importante della meta. Sembra un’affermazione banale, ma così è stato per Andrea Lanfri lo scorso 24 aprile, durante il “From 0 to 0 – Pania della Croce”, realizzato in occasione della Giornata Mondiale contro la Meningite. Pochi giorni dopo, il 26 aprile, Andrea era a Parigi, ospite dell’OMS (Organizazzione Mondiale della Sanità) per il primo incontro di alto livello per sconfiggere la meningite.

“Nulla è andato secondo i piani”_ spiega Andrea. _“La meteo ha girato sul brutto già negli ultimi chilometri in bici. Poi, in altro, ho trovato neve. Alla fine sono arrivato a 200 metri dalla vetta, quando ho deciso di tornare indietro a causa del rischio valanghe”_. Avrebbe potuto cambiare data Andrea, ma non avrebbe avuto senso. _“Non ero li per un record, ma perché era il 24 aprile”_ spiega._ “Ogni anno organizzo, in occasione di questa data, una sfida che porti l’attenzione sulla lotto contro la meningite. Anche quest’anno ci tenevo a farlo, nonostante gli inconvenienti con la meteo”_. Colpito nel 2015 da una meningite con sepsi meningococcica Andrea Lanfri ha vissuto sulla sua pelle le drammatiche conseguenze della malattia, perdendo entrambe le gambe e sette dita delle mani. Molti si sarebbero arresi di fronte a una situazione del genere, ma non Andrea che dopo un difficoltoso recupero, affamato di vita decide di rimettersi in gioco. Per questo ogni anno, in occasione del 24 aprile, Andrea realizza un nuovo progetto dedicato a quella giornata.

From 0 to 0 – Pania della Croce

Partito dal pontile di Forte dei Marmi in bicicletta Andrea ha percorso 22 chilometri e 1000 metri di dislivello positivo, fino ad arrivare all’Antro del Corchia (Levigliani). Qui ha lasciato la bici e ha cambiato le protesi, per indossare quelle da corsa, quindi ha iniziato la seconda parte del progetto: la salita per il sentiero delle “voltoline” fino alla vetta della Pania della Croce. Un itinerario quest’ultimo di 5 chilometri e 1000 metri di dislivello positivo dove Andrea si è trovato a fare i conti con la meteo. _“Più salivo in alto, più mi rendevo conto che la situazione stava diventando pericolosa”_ spiega. _“Nevicava e il rischio valanghe era abbastanza alto. Non sarebbe stato sicuro proseguire”_. Da qui la decisione di fermarsi, con la consapevolezza che l’obiettivo era comunque raggiunto. _“Mi sono fermato nella neve e ho tirato fuori la Bandiera della Lotta alla Meningite: un simbolo di impegno e di determinazione per sconfiggere la patologia entro il 2030”_.

La bandiera nasce dalla collaborazione fra associazioni di pazienti, atleti paralimpici interessati dalla patologia, e Sanofi – tutti impegnati nella battaglia contro la malattia –. La bandiera rappresenta un semicerchio giallo, il sole della speranza dentro ciascuno di noi. Un triangolo viola, appuntito come una freccia lanciata verso il futuro, veloce come devono essere le diagnosi. Due triangoli blu, per rappresentare la calma e la determinazione verso l’obiettivo di sconfiggere la malattia entro il 2030.

Poi, qualche istante di pausa e via in discesa, per completare il “From 0 to 0” al mare, come da copione.

Con l’OMS per sconfiggere la meningite L’evento parigino del 26 aprile ha riunito gli alti funzionari degli Stati membri dell'OMS con l'obiettivo di sensibilizzare e catalizzare le azioni stabilite nella Defeating meningitis by 2030 global road map per aumentare gli impegni finanziari e politici verso la sconfitta della meningite entro il 2030. Invitato come ospite speciale, Andrea ha portato all’attenzione la sua storia fatta “dei più belli valori dello sport e non solo” con lo scopo di aumentare considerevolmente la conoscenza della meningite a livello globale e aiutare a raggiungere le generazioni più giovani.

Nel discorso che ha tenuto Andrea ha raccontato il suo percorso dopo la malattia. _“Ho imparato ad apprezzare e valorizzare ciò che di me è rimasto, senza perdere troppo tempo a pensare a ciò che non ho più. Ho imparato ad essere guardato in modo ‘diverso’, ma non mi  ha mai messo a disagio, io sto benissimo con me stesso, ho le mie idee, sogni e passioni. La mia mente  proietta sempre  l’immagine di me proprio come era, niente può cambiarla"_.

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