Vestiti usati donati, quello che ci fanno è straziante: non farti più impietosire | Ti conviene venderli
Molte persone amano donare gli abiti, alcuni servono ai bisognosi, altri per i mercatini delle pulci…ma esiste un grande “ma”.
Tutti prima o poi avete donato qualcosa per beneficienza. E’ un gesto di fratellanza importante, perché nella piramide sociale purtroppo la ricchezza è talmente mal distribuita che alcune persone non beneficiano praticamente di nulla.
Questo fatto è incontrovertibilmente vergognoso nel 2024 e sembra che fornire aiuti concreti contro la povertà sia un’impresa destinata costantemente a fallire.
In alcune zone del mondo le condizioni di vita sono miserevoli ed indegne. E’ compito dei paesi più benestanti aiutare tutte queste persone al meglio delle loro possibilità.
Moltissime sono le iniziative di beneficienza che ogni giorno nascono, ma non tutto è come sembra purtroppo.
Homus homini lupus
L’uomo è lupo per l’altro uomo diceva Plauto, ed è una inimmaginabile concretezza del genere umano. Le decisioni degli uomini nei secoli, non sempre si sono dimostrate onorevoli.
Il più delle volte il motore del mondo è il vile denaro e il profitto e con questo triste fatto la storia dell’umanità ha dovuto convivere praticamente da secoli.
Quello che non sapete sui vestiti donati
L’industria europea degli abiti usati si propone come una soluzione ecologica per l’era della fast fashion. Ora i vestiti economici vengono prodotti, acquistati e smaltiti a un ritmo sempre più rapido. Nei paesi europei più ricchi, i cassonetti per la raccolta di abiti usati lungo le strade sono spesso tappezzati di slogan benevoli, per convincere le persone a donare. L’implicazione è che i vestiti messi in questi cassonetti saranno donati per una giusta causa. Ma la realtà non è sempre una favola green. Spesso, gli abiti di qualità più elevata raccolti nei contenitori delle donazioni vengono rivenduti localmente. Gli articoli di qualità inferiore, tra cui una quantità significativa di pezzi sporchi, strappati o altrimenti inutilizzabili, vengono esportati nell’Europa orientale o nei paesi in via di sviluppo in Africa.
Le nazioni riceventi spesso finiscono con grandi quantità di vestiti inutilizzabili che alla fine vengono gettati o bruciati. Soprannominato “colonialismo dei rifiuti”, questo trasferimento di rifiuti tessili dai paesi ricchi a quelli poveri, spesso sotto le mentite spoglie della filantropia, è stato ampiamente documentato in paesi come Ghana , Kenya e Cile , che importano grandi volumi di vestiti usati dall’Europa. Un mercato delinquenziale che passa anche attraverso la Romania, la quale quando non riesce ad eludere la legge, semplicemente si sbarazza in aperta campagna dei vostri vestiti, inquinando la sua stessa terra.