Ero in malattia ma mi hanno licenziato lo stesso | Ora il CERTIFICATO non serve più, è tutto nelle mani del titolare

Quando la malattia può essere contestata (Fonte: Canva) - www.lagazzettadelserchio.it
Ecco perché potresti essere licenziato anche se sei in malattia, con regolare certificato medico. È tutto nelle mani del titolare e non lo sapevi.
I lavoratori di oggi sanno perfettamente che in caso di problemi di salute, possono ricorrere ai giorni di malattia, per potersi assentare dal lavoro e riprendersi, mantenendo sia il posto di lavoro che il proprio stipendio.
In passato questo diritto non esisteva ed erano molti i lavoratori che venivano licenziati in caso di infermità, così come le donne, nel momento in cui comunicavano la gravidanza. Diciamo che c’erano pochissime tutele per il lavoratore in passato.
Soprattutto in merito al lavoro femminile e dei minori, i cui fatti di cronaca fanno accapponare la pelle. Se pensiamo a come viviamo oggi, ci sembra impossibile che i bambini venissero mandati “a morire” nelle miniere. Eppure era così, per questo motivo non dovremmo mai dare nulla per scontato affinché i fatti negativi del passato non si verifichino più.
Fortunatamente è tutto cambiato dall’epoca e almeno per il momento, questo diritto nessuno potrà portarcelo via, tranne in questo specifico caso, per cui il lavoratore potrebbe essere addirittura licenziato, pur avendo presentato regolare certificato all’INPS. Ecco perché è tutto in mano al datore di lavoro.
Come funziona la malattia in Italia
In Italia, un dipendente che sia della pubblica amministrazione o del settore privato, a prescindere che sia a tempo determinato o indeterminato, in caso di problemi di salute che gli impediscono di svolgere i suoi normali compiti, ha il diritto di richiedere la malattia. Sottoponendosi a una visita dal medico di base, costui deciderà se è necessario o meno questo periodo di stop e soprattutto per quanti giorni.
In seguito, il lavoratore dovrà indicare il numero di protocollo al datore di lavoro e i numeri di assenza e nel mentre il dottore invierà all’INPS il certificato di malattia. Ovviamente il lavoratore dovrà rispettare degli orari, che cambieranno in base al settore se privato o pubblico, in cui dovrà restare a casa. Qui potrebbe infatti ricevere la visita del controllo mandato dall’ente previdenziale o dal datore di lavoro, per confermare la propria infermità. Naturalmente ogni cittadino ha dei diritti imprescindibili ma ha anche dei doveri.

Quando la malattia può essere annullata e portare al licenziamento
Nonostante la malattia sia un diritto inderogabile del lavoratore, in questo caso, non solo può essere annullata. Pur avendo presentato il certificato all’INPS, ma potrebbe anche portare al licenziamento. Come riportano da Brocardi, anche se il certificato medico stabilisce che il dipendente in maniera temporanea non possa svolgere l’attività lavorativa, non ha valore assoluto. Visto che il datore di lavoro può contestarlo in alcuni casi specifici.
Riportando le parole del noto sito: “Il datore di lavoro, a sua volta, può anche effettuare delle indagini private, avvalendosi del contributo di investigatori per accertare eventuali condotte incoerenti con lo stato di malattia dichiarato (come lo svolgimento di attività sportive, sociali o lavorative incompatibili)”. Quindi, anche se svolgete queste attività negli orari in cui non è previsto l’obbligo di restare a casa, potreste comunque essere licenziati per giusta causa, visto che se dichiarate di essere malati, molte attività di piacere non potreste comunque svolgerle.