L’ho fatto solo per gioco | Ma quel post gli è costato il LAVORO, guai a pubblicare queste cose sui SOCIAL

Attento a cosa pubblichi sui social (Fonte: Canva) - www.lagazzettadelserchio.it
Attento a cosa pubblichi sui social in quanto potrebbe costarti il posto di lavoro. Ecco che cos’è successo.
I cittadini fanno l’errore di pensare che tutto quello che postano sui social non solo sia lecito ma che non avrà conseguenze future. In realtà la legge dice il contrario, visto che quello che si scrive in ogni post ha lo stesso valore di quello che si direbbe a voce nella vita reale.
Se per esempio offendete qualcuno su Instagram potreste avere delle conseguenze molto gravi se la persona offesa dovesse denunciarvi, visto che il pubblico vasto che potrebbe leggere quel post potrebbe arrecare gravi conseguenze alla persona in oggetto.
A prescindere che voi abbiate il profilo pubblico o privato, ma se non seguite le netiquette che ogni social esige, come per esempio il divieto di pronunciare parole d’odio, di razzismo e così via, potreste incorrere in pesanti ripercussioni, soprattutto se la persona coinvolta dovesse denunciarvi e lo stiamo vedendo con i vari VIP che ultimamente stanno querelando gli hater.
Lo stesso discorso vale anche per il luogo lavorativo: se pubblicate questi post sui social rischiate il posto di lavoro, la legge parla chiaro.
La potenza dei social network
A dimostrazione del fatto di quanto i social abbiano un potere enorme nella vita del cittadino, e non sempre in maniera positiva, c’è questo caso successo a Roma riportato da Brocardi, dove una commessa aveva pubblicato un video ironico su TikTok, dove si lamentava del proprio lavoro. Nonostante il video fosse di natura scherzosa, la donna ha perso comunque il lavoro, come riportato dalla sentenza n.6854/2023 del Tribunale di Roma, in quanto il giudice ha comunque rilevato che l’azienda avesse subito un danno d’immagine, confermando quindi il licenziamento per giusta causa.
Anche se il vostro profilo è privato, se postate video che danneggiano l’azienda per la quale lavorate o comunque postate insulti, critiche ingiustificate, post razzisti, post discriminatori e così via, tale comportamento potrebbe avere ripercussioni molto serie sul piano lavorativo, in quanto un singolo post potrebbe avere un effetto boomerang di notevole intensità. Ricordatevi che i social anche se personali, sono comunque spazi pubblici e quindi ciò che scrivete potrebbe diventare una prova in sede giudiziaria, così come le conversazioni su WhatsApp, come abbiamo visto in recenti casi.

Attenzione a cosa pubblicate se non volete essere licenziati
Se non volete rischiare di perdere il lavoro, fate attenzione a cosa pubblicate sui social, in quanto potrebbe costarvi caro. A riportare diversi casi ci hanno pensato da Brocardi, i quali hanno dimostrato come è molto importante non solo rispettare gli orari di quando un lavoratore si mette in malattia, da dover restare a casa, ma anche negli altri orari.
È fondamentale non ledere il rapporto di fiducia che si viene a creare tra dipendente e datore di lavoro, quindi se le vostre attività sono in contrasto con le prescrizioni mediche o con il tipo di infortunio dichiarato, il licenziamento in questi casi potrebbe essere giustificato. Per esempio, la Corte d’Appello di Roma, con la sentenza n.4047/2025, ha ritenuto legittimo il licenziamento di un dipendente che mentre era in malattia, pubblicava con regolarità foto e video di lui mentre si allenava in palestra. Stessa cosa avvenuta al tribunale di Napoli con la sentenza n.658/2025, quando un dipendente aveva chiesto un permesso studio all’azienda e poi aveva postato foto da una località di vacanza. Bisogna quindi sempre fare attenzione a cosa si pubblica, soprattutto se si è in malattia.