Lavorare con 35°? Non più | L’INPS ti paga per stare all’ombra, ecco chi può fermarsi e guadagnare lo stesso

Le condizioni per chi lavora sotto il sole (Fonte: Canva) - www.lagazzettadelserchio.it
Veramente non si può più lavorare sotto il sole cocente? Ecco che cosa ha deciso l’INPS su chi può fermarsi e chi no.
Anche quest’anno stiamo vivendo giornate di caldo estremo che compromettono la resistenza dell’essere umano, soprattutto degli anziani, dei bambini e dei soggetti fragili. Il clima è cambiato e lo vediamo tutti gli anni con queste stagioni che non sono più nette come una volta e soprattutto con queste temperature altalenanti che caratterizzano estate e inverno.
Il problema di questi picchi esagerati però non riguarda soltanto chi sta in casa, ma anche chi lavora. Pensate ai lavoratori che svolgono mansioni all’aperto, senza ombra, refrigerio e soprattutto senza aria condizionata, capirete bene di quanto possa essere difficoltoso per tutti loro.
Così anche quest’anno abbiamo assistito a delle indicazioni redatte dalle varie regioni, dove venivano impostati degli orari per cui i dipendenti non dovevano lavorare. Molti sostengono che dovrebbe esserci una legge a livello nazionale che regola tutti i lavori all’aperto e non solo alcune professioni e soprattutto in tutte le regioni, visto che il caldo estremo è ovunque.
Non si sa di preciso cosa succederà il prossimo anno, per ora possiamo dirvi cosa ha previsto l’INPS quando la temperatura arriva a 35° e oltre. Ecco chi è pagato per fermarsi.
Come fare domanda per ottenere l’agevolazione dell’INPS
In determinati contesti di cui vi parleremo a breve, le aziende possono chiedere la cassa integrazione per caldo, per tutelare i propri dipendenti e il proprio lavoro. Per ottenerla bisognerà presentare la normale domanda di CIGO, inserendo: le giornate e gli orari di sospensione oppure di riduzione; l’elenco dei lavoratori che sono coinvolti; il tipo di lavorazione che è prevista nei periodi interessati.
Non dovrete allegare bollettini meteo, visto che l’INPS li andrà a reperire da canali ufficiali, mentre dovrete allegare una relazione tecnica completa in cui sarà descritto in modo dettagliato l’evento meteorologico, la lavorazione che è stata sospesa e le condizioni operative dei vari dipendenti.

Quando spetta l’agevolazione INPS
Il messaggio rilasciato nel 2024 da parte dell’INPS è valido anche per il 2025 e conferma che in caso di temperature torride, nei casi indicati, la cassa integrazione ordinaria è giustificata. Questo perché: viene protetta la salute dei lavoratori esposti ai rischi di lavorare sotto il caldo e allo stesso tempo aiutare le imprese a livello economico, in caso di sospensione o riduzione della produzione.
L’INPS ha definito inoltre una soglia di riferimento ben precisa per avviare la CIGO: 35 gradi, che non deve essere soltanto registrata dal termometro, visto che basta anche solo come temperatura percepita.