“Mangiamo GRATIS e ci pagano pure” | Scoperta la nuova MODA che “funziona”, molti ci cascano per davvero

Tavola imbandita (Pixabay) - Lagazzettadelserchio.it
Una nuova “moda” vede al centro le persone che mangiano gratis e che vengono pagate per farlo. Tantissimi ristoratori ci cascano.
Il mondo dei food blogger e degli influencer del cibo si presenta sempre più come una realtà a due facce.
Da un lato ci sono i professionisti onesti, animati da una vera passione per l’enogastronomia. Sono figure che dedicano tempo e impegno a raccontare le esperienze culinarie, a recensire ristoranti e a condividere conoscenze con i propri follower.
Quando collaborano con un’attività commerciale, usano gli appositi hashtag, come #ad oppure #suppliedby, per informare chiaramente il pubblico che si tratta di un contenuto a pagamento.
Il loro lavoro si basa infatti sulla fiducia reciproca tra loro, le aziende e chi li segue, offrendo un servizio informativo valido e onesto.
La nuova moda degli “scrocconi”
Tuttavia, c’è un’ombra crescente su questo settore, che è rappresentata da un’altra categoria di professionisti, che opera in modo scorretto. Si tratta dei cosiddetti “scrocconi“. Sono delle persone che hanno scoperto un modo per monetizzare la loro popolarità online ottenendo pasti gratuiti e pagamenti in contanti, spesso in nero, in cambio di pubblicità occulta.
Non si tratta di una collaborazione trasparente, ma di un vero e proprio ricatto velato. I locali che accettano di offrire cene e soldi ottengono in cambio un video o un post entusiastico, mentre chi si rifiuta di essere ignorato o, peggio, recensito negativamente. Un meccanismo che funziona grazie al passaparola digitale e che, purtroppo, attira molti titolari di attività in cerca di visibilità a basso costo.

Una moda che inganna i ristoratori
Come spiega “Affaritaliani.it”, la differenza tra le due categorie è sostanziale. Mentre i food blogger onesti puntano sulla qualità del loro contenuto, sulla competenza e sulla costruzione di una reputazione solida, gli scrocconi si affidano solitamente al numero di follower, spesso gonfiato e alla ricerca di un guadagno facile e immediato.
Questa tendenza, oltre a danneggiare l’immagine di chi lavora con serietà, confonde i consumatori, che non riescono più a distinguere una recensione autentica da uno spot a pagamento. È un fenomeno che mette in luce la necessità di maggiore consapevolezza da parte di tutti. I ristoratori devono imparare a riconoscere chi offre un servizio professionale da chi cerca solo di approfittarsi, e il pubblico deve diventare più critico verso di contenuti che consuma online.