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Scritto da andrea pedri
Castelnuovo
14 Aprile 2023

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La questione relativa allo stato della sanità pubblica è senza ombra di dubbio l’argomento che più è riuscito a scaldare gli animi in Valle del Serchio nell’ultimo periodo.

Il sistema socio-assistenziale della valle, dopo decenni di definanziamenti e tagli al personale, è in uno stato di elevata criticità, e i cittadini, nel pieno dei loro diritti, hanno iniziato a esprimere le loro preoccupazioni alle amministrazioni comunali, provinciali e regionali: con questi presupposti non è più possibile andare avanti.

È altrettanto vero che non è certamente facile fare la voce grossa col governo centrale affinché il rubinetto dei finanziamenti non si stringa ogni anno di più, ed è per questo che molti governi regionali hanno deciso di puntare su qualcosa di diverso, smettendola di attuare una politica contenitiva per aprirsi all’innovazione tecnologia, con la speranza di poter trovare un nuovo equilibrio che sia in grado di mettere d’accordo la sostenibilità economica e la qualità e la dignità delle cure prestate alla popolazione.

È con questi presupposti che questa mattina, nella sempre suggestiva cornice del teatro Alfieri di Castelnuovo di Garfagnana, è stato presentato “Proximity Care”, il nuovo progetto che unisce sanità e sviluppi tecnologici e digitali.

Questo nuovo piano sperimentale, che verrà applicato per la prima volta proprio tra Garfagnana, Mediavalle e Alta Versilia, è stato ideato e sviluppato in sinergia dalla Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa, dalla regione Toscana e dall’Asl Nord-Ovest, senza dimenticare il fondamentale finanziamento della Fondazione cassa di risparmio di Lucca.

Le aspettative attorno a questo progetto sono altissime, e la conferenza di presentazione andata in scena dalle 11 ne è stata la riprova: sono intervenuti il sindaco di Castelnuovo di Garfagnana (e presidente dell’Unione dei Comuni) Andrea Tagliasacchi, il Presidente della fondazione cassa di risparmio di Lucca Marcello Bertocchini, la responsabile scientifica di progetto e Rettrice della Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa Sabina Nuti, la direttrice generale dell’Asl Toscana Nord Ovest Maria Letizia Casani e l’assessore regionale al diritto alla salute e sanità Simone Bezzini. Persino la platea, modestamente gremita, era piena di sindaci, professori universitari, dottorandi e alcuni rappresentanti delle misericordie. L’unico grande assente è stata proprio la popolazione locale, che secondo il progetto “Proximity Care” dovrebbe però essere la grande protagonista di questa nuova svolta sanitaria: una pessima promozione o una generale sensazione d’indifferenza e sfiducia per eventi di questo tipo?

“È indubbio che il servizio sanitario nazionale abbia dei problemi – esordisce Tagliasacchi – ma stiamo provando a cercare delle soluzioni efficaci. Dobbiamo pensare a una riorganizzazione del sistema, e capire come ristrutturare il rapporto tra i grandi centri cittadini e le aree periferiche e montane come la nostra. Sono felice che questo progetto muova i suoi primi passi nella Valle del Serchio: è l’ennesimo segnale che certifica come l’innovazione possa svilupparsi anche lontano dalle città.

La scelta di appoggiare un progetto di questo tipo – continua Bertocchini – è coraggiosa ma inevitabile. Questo periodo storico pone nuove sfide e criticità, e non è possibile andare avanti senza ascoltare i bisogni della popolazione. Ognuna delle parti interessate dovrà fare la sua parte – ammonisce il presidente – se qualcuno dovesse ritirarsi rischia di venir meno l’intera sinergia. Dobbiamo crederci, e sperare che il piano possa andare avanti fino alla sua conclusione”.

 

Grandi speranze ma anche un pizzico non troppo velato di cautela: le varie “anime” intervenute all’incontro di questa mattina rappresentano forse nel miglior modo possibile lo stato attuale della sanità: i problemi ci sono e nessuno li nasconde, molte sono anche le idee le proposte per provare a inaugurare un nuovo corso, ma resta sempre quel dubbio di fondo che impone di non poter sbagliare troppo spesso. Le cartucce a disposizione non sono infinite.

Ma in cosa consiste, nello specifico, Proximity Care? A spiegare nel dettaglio il nuovo progetto ci ha pensato la rettrice Sabina Nuti, che ha elencato e descritto approfonditamente tutte le undici linee di attività che verranno attuate sul territorio: si va dal supporto ai più giovani agli screening di prossimità nei vari comuni, dalla nuova gestione delle emergenze attraverso gli strumenti digitali fino a una nuova mappatura demografica legata alla problematiche sanitarie.

Supportata dagli interventi di alcuni colleghi, è innegabile notare soddisfazione ed emozione nelle parole di Nuti: sarà un grande passo avanti per la ricerca universitaria, ma anche in questo caso si pongono dei dubbi. Al termine della raccolta dati e la loro analisi strutturale, dove sarà possibile reperire i fondi per sviluppare le nuove strategie di cura?

“Il progetto – afferma la rettrice – è iniziato ormai due anni fa, ma oggi siamo giunti a un punto di svolta. Proximity Care nasce con l’obiettivo di analizzare i bisogni della popolazione e individuare e declinare le future linee progettuali. Le attività partiranno già il prossimo lunedì, e siamo fiduciosi di riuscire a creare un sistema virtuoso in cui gli abitanti siano direttamente coinvolti. Oltre alla sua importanza per la Valle del Serchio, il progetto è una vera e propria sfida per la nostra università, visto che si tratta del primo “esperimento” che coinvolge tutti i settori del Sant’Anna: medici, ingegneri, economisti e giuristi saranno infatti tutti insieme nello sviluppo del progetto. Dobbiamo provare a interrompere quella spirale negativa in cui sono imbrigliate le aree interne, anche perché siamo certi che zone come queste siano il futuro del mondo. Se queste attività funzioneranno, potranno essere esportate in altre zone della Toscana e d’Italia e perché no essere emulate anche in altre parti del mondo”.

Questioni e considerazioni a parte, Proximity Care è stato esaltato anche dalla direttrice dell’Asl Casani e dall’assessore Bezzini. Entrambi, con modi diversi, hanno fondamentalmente confermato come sia necessario un nuovo paradigma all’interno della sanità pubblica, e che per raggiungerlo sia necessario puntare tutto sull’innovazione e la ricerca: i fondi scarseggiano, e le idee virtuose potrebbero essere l’unica vera via di fuga per evitare una crisi del settore nei prossimi anni.

 

“Con questo progetto – puntualizza Casani – parliamo prima di tutto di innovazione della salute. È necessaria una visione olistica del nostro settore, e Proximity Care sembra aver centrato nel segno: partire dai bisogni dei cittadini per elaborare le future strategie. Le undici progettualità che compongono il piano d’azione saranno un beneficio per gli abitanti della Valle del Serchio, che potranno da ora in poi vedere l’ingresso delle tecnologie digitali al loro servizio.

Restiamo una delle migliori regioni d’Italia per quanto riguarda il servizio di cura – continua Bezzini – eppure è innegabile che i problemi siano molti e difficilmente risolvibili nel breve termine. Ragioniamo ormai in costante ottica di definanziamento, senza considerare l’aumento del costo delle strumentazioni mediche in seguito alla pandemia e all’inflazione attuale: c’è bisogno di un cambiamento. Le risorse finanziare e umane scarseggiano, ma come amministrazione non possiamo pensare di sopravvivere restando sempre in difesa. Dobbiamo passare all’azione, giocando sul terreno fertile dell’innovazione. Questo progetto potrebbe essere una vera svolta nel mondo della sanità: se riusciremo a portarlo a termine, potremo erodere le disuguaglianze nell’accesso alla cura tra chi vive in città e chi in aree periferiche, sviluppare un nuovo sistema che veda assieme sostenibilità economica e eccellenza medica, ma soprattutto un paradigma che si concentri prima di tutto sulla prevenzione del sano che sulla cura del malato. I presupposti ci sono tutti, e siamo certi che la nostra scelta porterà a grandi risultati”.

La presentazione in pompa magna è stata un successo, ma ora arriva la parte più difficile. C’è addirittura chi si aspettava delle contestazioni fuori dal teatro: niente di tutto ciò è avvenuto, ma sarà comunque un vero successo se “Proximity Care” sarà in grado riportare fiducia nella sanità tra una popolazione troppo spesso dimenticata.

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