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Scritto da andrea pedri
Sport
15 Marzo 2023

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Non sono tempi facili per il Pieve Fosciana: le quattro sconfitte maturate nell’ultimo mese hanno fatto sprofondare i garfagnini al penultimo posto nel campionato di Promozione, e ora anche gli spareggi non sembrano poi così scontati.

A complicare una situazione già pericolante sono arrivate anche le dimissioni improvvise dell’allenatore, Marco Cenderelli, che ha deciso di lasciare il mondo Pieve poco prima che iniziasse l’allenamento serale del venerdì.

L’addio del tecnico carrarino è stato un vero e proprio fulmine a ciel sereno per i biancorossi, che hanno dovuto fondamentalmente organizzare in autogestione l’ultima e sfortunata gara in trasferta con il Casalguidi.

La società, dopo alcuni giorni di assestamento, è corsa ai ripari col terzo allenatore di questa stagione, Daniele Compagnone, ma i motivi che hanno portato il precedente mister a fare le valigie non sono mai stati resi noti.

A tornare sulla vicenda, però, ci ha pensato lo stesso Cenderelli, che in un’intervista concessa alla Gazzetta ha ribadito il suo amore viscerale per i colori biancorossi e per il paese di Pieve Fosciana, ma ha anche affermato come alcuni atteggiamenti della dirigenza nell’ultimo periodo, incompatibili con il suo ruolo e la suo indole, lo abbiano convinto a lasciare l’incarico.

È stato doloroso dire addio al Pieve Fosciana?

“Mi fa davvero male lasciare la squadra, anche perché in trentacinque anni di calcio dilettantistico non ho mai trovato un ambiente di questo tipo: una società seria e preparata, una tifoseria piena d’amore, una comunità fantastica, senza ovviamente dimenticare i ragazzi. Passavo ormai più tempo alla Pieve che a casa mia: facevo costantemente più di 100 chilometri per gli allenamenti, cenavo in zona due-tre volte a settimana e nel weekend portavo addirittura la famiglia a dormire in Garfagnana. Mi ero affezionato tremendamente a tutto, ed è per questo che ora non posso che essere deluso. Di certo non rinnego la mia scelta, ma dire addio a Pieve Fosciana è stato tutto fuorché facile”.

Visto l’amore che prova per la squadra, cosa l’ha spinta a rassegnare le dimissioni?

“Prima di continuare, vorrei che fosse chiara una cosa: per me c’è una divisione netta tra l’ambito sportivo e quello umano, e ritengo persone straordinarie anche quelle con cui ho avuto quei contrasti che hanno portato alle mie dimissioni. Smentisco anche le chiacchiere che mi accusano di aver mollato la squadra per paura di retrocedere o perché avevo ormai i giocatori contro: una marea di bugie che non ha nemmeno senso approfondire. Me ne sono andato per una ragione ben precisa, che consiste in un acceso diverbio, avvenuto proprio venerdì, con un dirigente riguardo a un mio giocatore. Non m’interessa far nomi o precisare cosa ci siamo detti, ma per il carattere che ho e la professionalità che mi ha sempre contraddistinto ho considerato inaccettabili certi commenti, e questo mi ha spinto ad andarmene seduta stante”.

C’erano mai stati attriti con la società prima di venerdì?

“Devo essere sincero: dal mio arrivo a Pieve Fosciana mi sono sempre trovato benissimo sia con la dirigenza che con i calciatori, e mai mi sarei aspettato un finale di questo tipo. Quando venni contattato per allenare il Pieve, chiesi schiettamente ai dirigenti se ci fossero delle imposizioni da parte della società: loro mi risposero di no e per i primi mesi è stato un idillio. Sono sempre stato supportato anche nei momenti difficili, ma dopo la partita di un mese fa contro il Viaccia è successa la prima cosa che mi ha fatto storcere il naso: feci una sostituzione, e il martedì seguente venni convocato per spiegare la mia scelta. Non avevano detto che non c’erano imposizioni? Non posso accettare che qualcuno si intrometta nel rapporto che ho con i miei giocatori, e anche la discussione di venerdì è scattata per le stesse motivazioni”.

Oltre al lato umano, come valuta il suo lavoro in questi mesi?

“Io ho sempre messo tutto me stesso, e penso che in certi momenti siamo riusciti a raggiungere risultati importanti. Al mio arrivo, il Pieve era ultimo con soli quattro punti in dieci giornate, e ora lo lascio ancora in piena lotta per la salvezza. Le mie ultime tre partite sono coincise con altrettante sconfitte, è vero, ma è stato proprio per questo che venerdì, prima dell’allenamento, ho deciso confrontarmi coi ragazzi e fargli capire che ultimamente c’era stato un grosso calo di attenzione e intensità. La squadra mi ha dato pienamente ragione, e ci saremmo poi messi a lavorare duramente se non ci fosse stato quel diverbio. Lasciare a sole quattro giornate dal termine fa male, ma sono soddisfatto: nessuno è mai riuscito a metterci veramente sotto, e anche quando uscivamo sconfitti lo facevamo sempre a testa alta”.

Pensa che i biancorossi abbiano ancora delle chance di salvezza?

“Assolutamente sì! Lo spero e lo auguro a tutti: alla società, ai giocatori e allo splendido paese di Pieve Fosciana. Credo che riusciranno a centrare perlomeno lo spareggio. Sarebbe perfetto se potessero giocarlo in casa, ma visto il momento delicato andrebbe bene anche il confronto in trasferta. Io ovviamente continuerò a seguire le prestazioni della squadra, anche se da lontano; dopotutto, non posso che ringraziare il Pieve per questi mesi meravigliosi”.

Parole da vero “aficionado” quelle pronunciate da Cenderelli nei confronti del suo ex-club. I diverbi ci sono stati, ma dalle affermazioni del tecnico in questa esperienza garfagnina sembrano prevalere i ricordi positivi. Inoltre, Cenderelli sembra aver sviluppato un vero e proprio amore per la Valle del Serchio, e chissà che nella prossima stagione non ritorni per una nuova avventura sportiva.

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