Caldo infernale, ora puoi dire STOP al lavoro e CONTINUARE a ricevere lo stipendio | Scopri come

Stop al lavoro al caldo estivo

Stop al lavoro al caldo estivo (Fonte: Canva) - www.lagazzettadelserchio.it

Ecco come fare per dire “stop” al lavoro sotto il caldo infernale estivo, non perdendo lo stipendio.

L’estate è praticamente arrivata e con essa ha portato quei picchi di temperatura che spesso ci portano a guardare due volte il termometro, non riuscendo a credere del numero riportato. I gradi superano i 30° già da parecchio, con picchi anche oltre i 35° in alcune regioni.

Questo come sempre porta con sé delle preoccupanti conseguenze, soprattutto per anziani e soggetti fragili, per questo motivo viene più volte consigliato di non uscire di casa nelle ore più critiche, evitando passeggiate e soste sulle panchine. La stessa regola vale ovviamente per i vostri amici animali, i quali soffrono il caldo tanto quanto voi.

Per loro, un colpo di calore o un’ustione delle zampe per via dell’asfalto incandescente sono all’ordine del giorno. A essere anche fortemente in pericolo sono tutti quei lavoratori che devono lavorare all’aperto e sotto il sole cocente in maniera continuativa.

Ecco come fare dunque per dire “stop” al lavoro in queste condizioni “infernali”, continuando però a ricevere lo stipendio.

Le prime normative regionali

A dimostrazione del fatto, di quanto il forte calore di questa estate si sta facendo sentire, a essere preoccupati per la salute dei propri lavoratori, sono state le regioni Lazio e Calabria, le quali, come riportano da brocardi.it, hanno emesso qualche giorno fa un’ordinanza regionale, dove vietano a determinate categorie di lavoratori di lavorare in determinate ore del giorno, per evitare malori e problemi gravi di salute. Stop dalle 12:30 alle 16 in entrambe le regioni italiane, per tutelare appunto i lavoratori esposti al caldo estremo.

Anche perché come riconosciuto dal Ministero della Salute, sostare per periodi prolungati in luoghi dove sono presenti alte temperature, concorrano ad aumentare parecchi rischi di salute tra cui: malori, incidenti dovuti ad affaticamento, mancanza di concentrazione, scarsa capacità decisionale e altri fattori. Speriamo quindi che presto anche le altre regioni provvederanno a emettere normative ad hoc, in attesa di una nazionale che tuteli tutti i lavoratori italiani da nord a sud, anche perché il caldo estremo ormai si espande su tutto il territorio.

Cosa dice la legge al lavoro all'aperto in estate
Cosa dice la legge al lavoro all’aperto in estate (Fonte: Canva) – www.lagazzettadelserchio.it

Come non perdere lo stipendio

Ecco svelato da brocardi.it, come dire “stop” al lavoro sotto il caldo infernale senza però perdere lo stipendio. Il datore di lavoro deve effettuare una valutazione “dei rischi sul luogo di lavoro e di stabilire misure preventive per proteggere i lavoratori da qualsiasi rischio sul luogo di lavoro, ivi compreso il rischio da stress termico”, come riportano dal sito, motivo per cui si deve adoperare affinché non sopraggiungano problemi di salute sia all’esterno dello stabile che all’interno, in quanto anche in ufficio senza aria condizionata per esempio, si rischiano le medesime problematiche.

A livello economico invece, in caso di temperature elevate registrate dai bollettini meteo o “percepita” c’è la possibilità di richiedere la Cassa Integrazione Guadagni Ordinaria (CIGO), il cui contributo sarà erogabile per 13 settimane, prorogabile fino a 52 settimane e in alcune condizioni straordinarie anche fino a 24 mesi. Inoltre, con un messaggio rilasciato dall’INPS il 20 luglio 2023 n.2729, si evince che a prescindere dalle temperature elevate, il trattamento di integrazione salariale dovrà essere sempre riconosciuto in tutti quei casi in cui il datore di lavoro, su indicazione del responsabile della sicurezza dell’azienda, “disponga la sospensione/riduzione delle attività in quanto sussistono rischi o pericoli per la sicurezza e la salute dei lavoratori…”.

Anche la Corte di Cassazione ha stabilito che se il datore di lavoro viola l’obbligo di sicurezza, descritto nell’articolo 2087 c.c., il dipendente può rifiutarsi di svolgere la propria prestazione, percependo comunque l’indennizzo. Ovviamente dovrete leggere bene tutti i dettagli e i parametri indicati in merito.