Basta malattia pagata | Torna il Medioevo del lavoro: o timbri o non mangi, italiani in lacrime

La malattia pagata (Fonte: Canva) - www.lagazzettadelserchio.it
Cosa vuol dire che i lavoratori dovranno dire addio alla malattia pagata? Facciamo chiarezza.
In passato, quando un lavoratore si ammalava non solo rischiava di perdere il posto, ma se voleva tenerselo, doveva andare a lavorare anche quando la salute non glielo permetteva. Addirittura ci sono stati secoli in cui anche i bambini venivano “spremuti come limoni” in fabbrica.
Prima di arrivare all’indennità di malattia che conosciamo oggi c’è voluto parecchio tempo, in quanto in Italia, qualcosa ha iniziato a smuoversi agli inizi del 900, con un’evoluzione per quanto riguarda la legislazione sociale e previdenziale.
Diciamo che un momento cruciale è stato segnato con il Decreto del Presidente della Repubblica n.112 del 3 giugno 1965, quando è stata riordinata l’assicurazione contro infortuni sul lavoro e malattie professionali, abbozzando quindi regole più precise e mirate sull’indennità di malattia. Nel corso degli anni poi questa normativa ha subito continue modifiche fino ad arrivare alla nascita dell’INPS e alle sue tutele che conosciamo oggi.
C’è voluto parecchio tempo prima di arrivare ai benefici che abbiamo oggi e soprattutto qualcuno prima di noi ha combattuto per farcele avere, nulla è piovuto dal cielo, per questo non bisognerebbe mai dare nulla per scontato. Proprio per questo sono rimasti tutti senza parole quando si è parlato di addio alla malattia pagata in busta paga. Ma cosa vorrà dire?
Le tutele del lavoratore dipendente e di quello autonomo
Prima di proseguire volevamo aprire una breve parentesi dietro a un dibattito che dura da sempre, in quanto molti dipendenti, che sia del pubblico o del privato settore, sui social hanno espresso erroneamente un pensiero, in quanto si pensa che un lavoratore autonomo, soltanto perché ha una P.IVA abbia non solo più agevolazioni di un dipendente, ma che “basterebbe soltanto fatturare”, come ha rivelato un utente, per portarsi a casa molti soldi.
In realtà non è sempre così, visto che molti lavoratori autonomi non fatturano cifre stratosferiche, come si potrebbe pensare e se pensate al guadagno finale, togliendo le tasse che devono pagare, non gli rimane poi molto. Inoltre, mentre un lavoratore con P.IVA deve affrontare quasi tutto da solo, senza aiuti, un dipendente dalla sua ha diversi benefici: TFR, malattia pagata, ferie pagate, maternità, NASPI, fondo pensione e così via. Ovviamente sono scelte, ognuno decide liberamente che strada intraprendere, ma forse bisognerebbe avere rispetto gli uni degli altri, non credete?

La questione della malattia pagata
Detto ciò, cosa vuol dire che la malattia potrebbe non essere più pagata in busta paga? Tranquilli, almeno per ora, nessuno ha intenzione di togliervi nulla, abbiamo voluto riportare semplicemente un caso che ha fatto il giro dei social, in quanto si evince la frustrazione e la preoccupazione di un lavoratore con P.IVA che abbastanza seccato risponde a un altro utente il quale rivelava che a detta sua, il lavoratore autonomo avesse molti più benefici di un dipendente.
Come potete notare dalla risposta che vi abbiamo riportato non è proprio così e per quanto ci possano essere pro e contro in tutti i tipi di lavoro, sappiate che avere la malattia pagata per un dipendente è una grande concessione che un lavoratore autonomo non ha. In caso di malattia, il lavoratore semplicemente perde soldi e giorni di lavoro, come hanno fatto notare molti sotto quel medesimo botta e risposta, portato all’attenzione da financue.it. Cosa ne pensate?