Dall’Università di Pisa una rivoluzione per la medicina del futuro: sensori che si dissolvono nel corpo

Al lavoro su un microchip - lagazzettadelserchio.it - Fonte: StockAdobe
Da poco uscito su una prestigiosa rivista internazionale un articolo del team di microelettronica dell’ateneo pisano.
Il Dipartimento di Ingegneria dell’Informazione dell’Università di Pisa, guidato da Giuseppe Barillaro, ha pubblicato su Nature Reviews Electrical Engineering un approfondimento sui sistemi elettronici bioriassorbibili impiantabili.
Si tratta di dispositivi miniaturizzati progettati per rilevare e monitorare in tempo reale parametri fisiologici e biochimici direttamente all’interno del corpo umano, elaborando e trasmettendo i dati via wireless a dispositivi esterni. Una volta conclusa la loro funzione, questi dispositivi si dissolvono nei tessuti senza lasciare residui nocivi, evitando interventi chirurgici di rimozione.
Le applicazioni cliniche attualmente in fase di sviluppo comprendono il monitoraggio continuo di parametri come pH, glucosio, lattato e specifici marcatori di patologia, oltre all’impiego di stimolatori elettrici temporanei in grado di favorire la guarigione di tessuti lesionati.
Alcuni prototipi integrano microgeneratori capaci di produrre energia sfruttando i movimenti corporei, mentre altri prevedono sistemi di alimentazione esterna per ridurre l’ingombro e migliorare la sicurezza. La combinazione di biocompatibilità, biodegradabilità e capacità di raccolta dati in tempo reale apre nuovi scenari per una medicina di precisione più sostenibile, personalizzata e non invasiva.
L’articolo del team di microelettronica
Il lavoro, firmato anche da Martina Corsi, Elena Bellotti e Salvatore Surdo, analizza i principali aspetti tecnologici e ingegneristici di questi dispositivi, affrontando questioni come la degradazione controllata, la stabilità funzionale, la qualità del segnale raccolto e gli effetti a lungo termine dei sottoprodotti di degradazione sui tessuti biologici.
Un ulteriore tema riguarda l‘impatto ambientale dei lettori esterni e delle unità di trasmissione, per i quali gli autori suggeriscono l’impiego di materiali riciclabili o parzialmente biodegradabili, contribuendo così a ridurre i rifiuti elettronici.

Quali applicazioni per i sistemi bioriassorbibili?
Oltre alla sanità, i sistemi bioriassorbibili potrebbero trovare applicazione nel monitoraggio ambientale e nell’elettronica di consumo.
Tuttavia, rimangono aperte questioni etiche legate alla protezione dei dati personali e alla gestione della privacy. Secondo gli autori, la piena realizzazione di queste tecnologie richiederà collaborazione interdisciplinare, innovazione responsabile e adeguamenti normativi. Solo così sarà possibile integrare l’elettronica bioriassorbibile in un modello di sviluppo tecnologico sostenibile e senza sprechi.