Dal 2026 la pensione non sarà più un miraggio | Solo così puoi lasciare il lavoro prima degli altri

Pensione

Pensione (Pixabay) - Lagazzettadelserchio.it

Il 2026 offre diverse soluzioni per chi desidera arrivare alla pensione prima del previsto. Per loro non sarà più un miraggio.

In vista del 2026, il sistema pensionistico italiano è al centro di un’importante fase di revisione che si pone l’obiettivo di cambiare le modalità di accesso alla pensione.

Data la necessità di adattare la normativa alle condizioni economiche e demografiche attuali e considerando che la riforma Fornero ha mostrato nel tempo le sue fragilità, sono state introdotte delle norme più flessibili, soprattutto per quanto riguarda la pensione anticipata.

Sebbene l’età pensionabile rimanga a 67 anni con un minimo di 20 anni di contributi, come è stato stabilito appunto dalla riforma Fornero, questa nuova fase di revisione sta facendo emergere delle soluzioni che consentono di arrivare alla pensione prima del previsto.

Sono delle ipotesi che potrebbero agevolare di molto il contribuente e rendere ciò che sembrava essere un miraggio una realtà. Delle soluzioni, che se applicate possono fare la differenza.

Tante conferme oltre alle grandi novità

Come spiega “Ilrichiamodellaforesta.it”, per quanto riguarda l’uscita anticipata, il 2026 conferma la possibilità di accedere alla pensione senza limite di età con 41 anni e 10 mesi di contributi per le donne e 42 anni e 10 mesi per gli uomini. È poi confermata la “Quota 41 precoci“, che permette l’uscita senza limiti di età con almeno 41 anni di contributi, di cui uno versato prima dei 19 anni.

È confermato anche l'”Ape sociale”, il pensionamento con almeno 63 anni e 5 mesi e un minimo di 30 o 36 anni di contributi, a seconda del settore lavorativo. Tuttavia le novità previste per il 2026 sono altre. Hanno anche a che fare con la “quota 41 flessibile“.

Calcolatrice
Calcolatrice (Pixabay) – Lagazzettadelserchio.it

Una grande sorpresa per il 2026

Tra le ipotesi più rilevanti per il prossimo anno si segnala la possibilità di estendere l’accesso alla pensione anticipata a 64 anni anche a coloro che hanno versato i contributi in epoca retributiva, ovvero prima del 1996, con una soglia minima di 25 anni di contributi. Un altro aspetto cruciale riguarda poi la possibilità di integrare la previdenza complementare per raggiungere l’importo minimo richiesto, facilitando così l’ingresso anticipato alla pensione.

La novità più attesa tra tutte è però un’altra. È la cosiddetta “quota 41 flessibile”, che consentirebbe, come spiega “Ilrichiamodellaforesta.it”, di lasciare il lavoro a partire dai 62 anni di età con 41 anni di contributi, accettando una penalizzazione del 2% sull’assegno per ogni anno di anticipo, con un taglio massimo del 10%, corrispondente a 5 anni di anticipo. È qualcosa che potrebbe rendere l’uscita anticipata non una vana speranza, ma una realtà. Bisognerà però attendere il 2026 per fare in modo che si concretizzi.