Nuovi aumenti, fare colazione ora non conviene più: quest’abitudine ti fa spendere metà dello stipendio
Se la situazione non accenna a cambiare, presto la tipica colazione all’italiana sarà solamente un ricordo per tutti.
Una notizia è rimbalzata sui giornali e in rete destando moltissime preoccupazioni. Il caffè ultimamente ha fatto registrare un nuovo record in Borsa.
I futures dei chicchi di Arabica di qualità superiore sono saliti a 3,23 dollari alla libbra a New York (+4,7%), la quotazione più alta mai registrata dal 1977.
Calcolatrice alla mano, da inizio anno le quotazioni sono salite di oltre il 70%, qualcosa di incredibile e di molto preoccupante.
Questo fatto merita una spiegazione molto più approfondita per farvi capire la gravità della situazione che non è solamente finanziaria.
Cosa sta accadendo al caffè
Se cercate sul web potrete notare che anche sui futures di Londra i chicchi di caffè robusta (più economici e utilizzati nel caffè solubile) sono aumentati del 7,7%, raggiungendo i 5.507 dollari a tonnellata, quasi il doppio del loro prezzo all’inizio dell’anno.
Molte sono le concause che hanno causato questa impennata esponenziale. In un mondo con una incertezza macroeconomica mai vista prima della grande crisi del 29, non è solo il fatto che probabilmente non berrete mai più il caffè a farvi preoccupare.
Il problema caffè
Bisogna capire cosa sta succedendo veramente per aver dei prezzi del caffè così esosi.
Come specificato da The Agri-Food Intelligence Company, il Dipartimento dell’agricoltura Usa, nei report pubblicati a Novembre, la produzione di caffè in Brasile e in Indonesia rispetto alle previsioni pubblicate circa a metà anno è stata molto scarsa. Riferiscono che “solo parzialmente compensata dall’aumento della produzione colombiana (da 12,4 a 12,9 Mio Bags) e indiana (da 6 a 6,2 Mio Bags)”. Anche perché, evidenzia la società, “si inseriscono in un contesto di stock già previsti ai minimi dal 2001, di incertezza macroeconomica e di rischi meteo che potrebbero impattare anche sui raccolti 25/26”.
Il Financial Times, ha confermato anche che i torrefattori di caffè, mirano ad avere le forniture prima di probabili carenze. A questo si somma anche il problema del regolamento europeo sulla deforestazione che impegna gli importatori del continente di dimostrare che il caffè importato non è stato coltivato su terreni deforestati. Questo conduce al desiderio di uno stoccaggio preventivo. Inoltre, il cambiamento climatico è il nuovo padrone dell’agricoltura, che è ogni anno in balia di fattori di rischio aleatori, che non si possono preventivare. Queste concause mettono a serio pericolo il mercato e i portafogli di tutti. Un dramma globale.